lunedì 21 maggio 2018

...dal 1900 ai giorni nostri

Con il passare degli anni si volle migliorare la leggerezza del pantografo, per essere meno aggressivo per la linea aerea. Il quadro fu realizzato con tubi in lega di alluminio a sezione ellitica, per aumentarne la robustezza, senza pregiudicarne l'efficienza. L'alleggerimento, oltre che nei materiali, si ottenne anche modificando la struttura del quadro, diminuendo il numero delle diagonali.

Pantografo precedente

Pantografo successivo


Con la nascita di un particolare tipo di locomotive, si cambiò momentaneamente la struttura poiché possedevano sul tetto dei reostati che ne occupavano una porzione notevole. Si utilizzò perciò il pantografo monobraccio  Faiveleydotato di archetto studiato per ricevere una spinta aerodinamica verso il filo di contatto
Monobraccio di Faiveley

Vennero poi sostituiti con il modello precedente. Questo perché si riuscirono a creare reostati in ghisa, decisamente più piccoli.

Nel 1988, i primi "
Pendolino", elettrotreni dalle alte prestazioni velocistiche, rischiesero un’ulteriore modifica: venne aggiunto un ammortizzatore che, frenando i movimenti del quadro, facesse lavorare di piu' la sospensione dell'archetto. Per  diminuire l'eccessivo consumo degli striscianti riscontrato alle massime velocita' si ritorno' all’utilizzo rame-acciaio.
Elettrotreno "Pendolino"
Si arriva ai giorni nostri quando Adtranz , ora Bombardier, progetto' per le Ferrovie dello Stato italiano un locomotore che potesse operare anche in Austria e in Germania ad alta tensione. Non essendoci un pantografo omologato, usò pantografi Schunk che utilizzano striscianti in rame o in carbone.
Esempio di pantografo "Schunk.



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